LA SANTA IN PROCESSIONE

LA STORIA

Un fotografo freelance arriva in città per documentare la famosa processione con il rogo della santa creduta strega, ma quel che vedrà è finzione oppure no?

ESTRATTO IN ITALIANO

Arrivava al Miló da Bali alle cinque del pomeriggio, con sette fusi orari sulle spalle e uno sciame d’api che gli ronzavano in testa. All’aeroporto era rimasto tre quarti d’ora davanti al rullo trasportatore, poi aveva scoperto che avevano smarrito i suoi bagagli. Gli rimaneva solo l’attrezzatura fotografica imbarcata come bagaglio a mano, ma era troppo stanco per prendersela e, in definitiva, avrebbe potuto ricomprare tutto a Lacerna.

La ragazza alla reception fissava le sue occhiaie con compassione: «Posso aiutarla?»

«Ho una prenotazione a mio nome» rispose lui frugandosi nelle tasche fino a trovare i documenti necessari al check-in. «Ecco qui».

Alla reception, con la ragazza, c’era un uomo che lo guardava circospetto. Sembrava geloso della sua collega, ma tentava di non darlo a vedere. La ragazza si chiamava Anna, il suo nome era scritto su un’elegante targhetta appuntata sul petto. Non era male – lineamenti delicati, sorriso dolce, sguardo limpido – ma non era il suo tipo.

Già, ma qual era il suo tipo?

Sì, c’era stata Kazumi: sette anni di convivenza ma poi, anche con lei, era finita come con tutte le altre. Si stufavano di un vagabondo che ha in mente solo il proprio mestiere; uno che al mattino si sveglia a Tokyo e alla sera va a letto a Mosca. Resistevano qualche anno ma, alla fine, capitolavano. Eppure lui non sapeva fare altro che il fotografo e, anche volendo (e non voleva), non avrebbe potuto cambiare professione.

EXCERPT IN ENGLISH

He arrived at the Miló from Bali at five in the afternoon, with five hours jet lag and a swarm of bees buzzing in his head. At the airport, he had waited at baggage reclaim for three quarters of an hour before discovering that they had lost his bags. All he had was the photographic equipment he’d carried as hand luggage, but he was too tired make a fuss and anyway, he would be able to replace it all in Lacerna.

The girl at the reception desk stared at the bags under his eyes with pity. “Can I help you?”

“I have a reservation in my name,” he replied, searching his pockets for the necessary identification. “Here you are”.

A man at the reception desk with the girl watched him guardedly. He seemed jealous of his colleague, but tried not to show it. The girl’s name was Anna, it was written on an elegant name-badge pinned to her chest. She wasn’t bad – regular features, a sweet smile and a clear gaze – but she wasn’t his type.

What was his type, though?

Well, there had been Kazumi and seven years living together, but then things had finished with her too, just like all the others. They got fed up with a vagabond who was only interested in his work; one who woke up in Tokyo and went to bed that evening in Moscow. They put up with it for a few years, but in the end they gave up. But he only knew how to be a photographer, and even if he had wanted to – and he didn’t – he could not have changed profession.

Editore
Nike Edizioni
Anno di pubblicazione
2012
Tipologia di storia
Racconto
Traduzioni
Inglese
IL CONTESTO
Questo racconto nasce su commissione dell’associazione Golden Book Hotels che omaggiava gli ospiti degli alberghi associati di una storia da leggere durante il loro soggiorno.