AVRÀ LE TUE LABBRA E I TUOI OCCHI
LA STORIA
Un pubblicitario iracondo ripercorre il viaggio all’inferno di Dante Alighieri. La sua guida sarà un famoso cantautore genovese.
ESTRATTO
Il problema di Resca erano sempre stati gli attacchi di rabbia. Da ragazzo capitavano raramente e per ragioni precise, ma con l’età le cose erano peggiorate. Ora, che di anni ne aveva trentacinque, le crisi di rabbia arrivavano così, senza alcuna ragione. Ed erano inspiegabili dato che Resca, normalmente, era di animo mite e gentile. Gli era capitato di perdere le staffe persino al suo matrimonio (aveva schiaffeggiato il prete che la tirava troppo per le lunghe) e gli capitava di continuo al lavoro.
Resca si occupava di pubblicità, era specializzato nei prodotti per l’infanzia. I suoi colleghi a Milano – che per sfotterlo lo chiamavano “dottor Jekyll” o “mister Hyde” a seconda del suo umore – si stupivano sempre nel sentire i suoi teneri slogan. E Resca, anche se gli dispiaceva un po’, li scansava per evitare situazioni spiacevoli.
Nessuno dei suoi superiori – considerati i suoi successi professionali – aveva mai avuto nulla da ridire sulle scrivanie rotte e sui monitor sfondati: a loro (che lo frequentavano il minimo indispensabile) stava bene così, finché Resca non fracassò il naso al direttore generale, colpevole di essergli passato davanti alla macchinetta del caffè.
CURIOSITÀ
Fabrizio De André è preso come modello per plasmare un moderno Virgilio nel testo però non viene mai usato il suo nome per esteso, ma viene chiamato “Faber”. Faber è un’appellativo dato a De André dal suo amico d’infanzia Paolo Villaggio. L’inferno in cui Faber guida Resca è ispirato a l’inferno degli italiani descritto da Ennio Flaiano nel “Frasario essenziale per passare inosservati in società”: “L’inferno, che l’italiano si ostina a immaginare come un luogo dove, bene o male, si sta con le donne nude e dove con i diavoli ci si mette d’accordo”.